VISUALY di Murella Gianluca

Si chiama kintsugi (金継ぎ), o kintsukuroi (金繕い), letteralmente oro (“kin”) e riunire, riparare, ricongiunzione (“tsugi”).

Con questa tecnica, utilizzata per aggiustare gli oggetti dic eramica, si creano vere e proprie opere d’arte, sempre diverse, ognuna con la propria trama da raccontare, ognuna con la propria bellezza da esibire, questo proprio grazie all’unicità delle crepe che si creano quando l’oggetto si rompe, come fossero le ferite che lasciano tracce diverse su ognuno di noi.

L’intervento del maestro Pellegrino mette in luce lo sfregio, il danno creato e poi riparato, con la volontà di esprimere l’essenza della resilienza

“Nella vita di ognuno di noi, forse, si deve cercare il modo di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di crescere attraverso le proprie esperienze dolorose, di valorizzarle, esibirle e convincersi che sono proprio queste che rendono ogni persona unica, preziosa”.

La natura mostra le sue cicatrici, cicatrici create dall’uomo. La Natura rinasce, nonostante la capacità dell’uomo di distruggerla e la luce si trasforma in energia, la natura vince sempre.

VISUALY di Murella Gianluca

DOMENICO PELLEGRINO

Domenico Pellegrino è un artista italiano, scultore e creatore di installazioni urbane luminose.

Nasce a Mazzarino, in Sicilia, nel 1974, ma è a Palermo, dove vive e lavora, che si forma frequentando il liceo artistico e l’Accademia di Belle Arti. La formazione e la passione per l’arte iniziano già dalla sua infanzia, osservando il papà pittore e misurandosi nel tempo con pennelli, tele, acrilici, creta e argilla.
Inizia all’età di 22 anni ad esporre i suoi lavori, partecipando a numerose collettive che lo portano da Palermo a Vienna fino alla XIV Esposizione Quadriennale d’Arte di Roma 2003-2005 Napoli con l’opera “Corpi scomposti”.

Le opere si ispiravano alle tecnologie più sofisticate, come ad esempio lo scanner, in realtà tavolo di vivisezione, dove era il corpo umano l’affascinante rebus da decifrare.

Nel 2010 torna alla scultura e dà vita alla collezione Supereroi. Le sculture di Pellegrino sono realizzate secondo tecniche artigianali tramandate da generazioni in generazioni, le strutture policrome – quasi classiche nell’intenzione, a dispetto del tema così popolare e ludico – ricalcano certi accenti propri della palermitanità, certe connotazioni caratteriali o culturali afferenti al territorio di riferimento.

Nel 2014 presenta alla Galleria Bonelli a Milano la sua prima opera in luce ed oggi è conosciuto come l’artista della luce.  Con il suo lavoro artistico magnifica la Sicilia e le sue tradizioni.
Le sue opere sono state scelte dalla Disney per StarWars, ha collaborato con la maison Hermés e Dior.

Nel 2019 ha esposto alla 58° Biennale d’Arte di Venezia all’interno del pad. naz. del Bangladesh, ha partecipato a Manifesta12, a Palermo Capitale della Cultura nel 2018, solo per citarne alcune, nel suo percorso ha 28 mostre personali e 76 mostre collettive.

La sua ultima grande opera in luce e legno, è stata il simbolo di Procida Capitale della Cultura 2022. Le sue opere sono presenti in Musei e Collezioni private.

Miti greci e leggende, supereroi contemporanei vestiti di tradizionali decori siciliani, le luci delle feste patronali che diventano un nuovo linguaggio utilizzato dall’artista, identificano le due principali collezioni di Domenico Pellegrino. Vanta collaborazioni importanti con fondazioni, musei e gallerie nazionali. Le sue mostre personali “Superheros” esposte a Palermo, Milano, Carrara ed in fiere internazionali, hanno raggiunto grandi consensi del pubblico sia come presenze che come impatto sui social media e sulla stampa specializzata. Raiuno, Tg5, Sole24ore, Arte.it, Il Corriere, Vanity fair, Interni hanno dedicato ampio spazio ai lavori dell’artista. Il progetto d’arte contemporanea Cosmogonia Mediterranea che racconta un viaggio “sottosopra” da Lampedusa a Lampedusa, attraversando luoghi simbolo della cultura siciliana è appordato alla Biennale di Venezia nel 2019. Cosmogonia Mediterranea è raccontato in un libro edito da Serradifalco edizioni, nel documentario “Effatà” del regista Martino Lo Cascio e nel documentario di Salvo Cuccia per l’Archivio delle arti, l’arte di Domenico Pellegrino è stata raccontata anche nel libro di Giovanni Terzi “Eroi quotidiani”.